Chi ha inventato il vino?

Attribuire tale merito a questa o quella popolazione in maniera univoca è cosa ardua. Tuttavia, ritrovamenti archeologici uniti a testimonianze pervenute fino ad oggi contribuiscono a fornire una conclusione unanime: il vino è stata una costante dell’alimentazione così come del folklore e della cultura di tutto il mondo.

Come molte grandi invenzioni dell’umanità anche quella del vino sarebbe stata del tutto casuale. Infatti, tra novemila e diecimila anni fa nella zona del Caucasosarebbe avvenuta la prima fermentazione di uva rimasta incustodita in alcuni contenitori. Da lì in poi per la bevanda ricavata dalla vite vi sarebbero stati solo ruoli di primo piano. Infatti, gli Egizi ne perfezionarono la conservazione ma è grazie ai Greci che il vino entra nel mito. In particolare, questi ultimi diedero il via allo studio dei vitigni dedicando al vino una divinità – Dioniso – con relative giornate di celebrazione. Stando ad Omero, inoltre, la bevanda si produceva perlopiù a Lemno e per mitigarne il sapore dolce e forte veniva tagliata o con acqua di mare o con miele. Furono, però, i Romani a individuare le possibilità di commercio del vino, concentrando la produzione al Centro e al Sud.

Con l’affermarsi del Cristianesimo esso assume una funzione prettamente sacrale e, di contro, il suo regolare consumo è considerato indice di dubbia moralità. Fortunatamente, l’arte enologica viene affinata nei secoli successivi dai monaci benedettini e cistercensi con intuizioni tuttora valide soprattutto per la conservazione come l’utilizzo delle bottiglie di vetro o dei tappi di sughero. Vero e proprio spartiacque nello studio del vino è la seconda metà dell’800: non solo Pasteur scopre le regole della fermentazione, ma per far fronte agli effetti del parassita noto come fillossera si dà il via alla pratica dell’innesto con vitigni americani.

Tutto ciò che arriva dopo è storia nota, come le importanti innovazioni Duca di Salaparuta tra le quali la nascita di Duca Enrico – il primo Nero d’Avola in purezza nella storia dei vini siciliani – che segna un vero e proprio punto di svolta per l’enologia. Per non parlare di Corvo Bianco e Corvo Rosso che detengono il primato di primi vini imbottigliati in Sicilia (già nel 1824).

In questa evoluzione l’enologia si conferma non solo come disciplina ma diviene anche trait d’union tra turismo e gastronomia. Pioniera di quest’ultima tendenza è la famiglia Florio che nel 1833 fondò in Sicilia, a Marsala, le ormai storiche cantine. Rappresentanti di un pezzo di storia tutta italiana con l’intuizione del marsala e la sperimentazione con altri pregiati vini, tuttora le Cantine Florio costituiscono una tappa obbligata per amanti del vino: abbinamenti ricercati per palati esigenti uniti a una location speciale tengono viva giorno dopo giorno la gloriosa quanto lunga tradizione del vino.